adolescenti-cyberbullismo

La tematica del bullismo mi affascina da tempo e da circa due anni sto studiando il fenomeno. Per incrementare le mie conoscenze in questo ambito, ho deciso di partecipare alla presentazione del progetto #safeteensdothewriting che si occupa nello specifico di cyberbullismo e che mi è subito parso molto interessante. In questo articolo riporto e commento le caratteristiche che più mi hanno colpito, per esempio il fatto che gli studenti saranno parte attiva del progetto e l’utilissima attivazione di un numero al quale poter rivolgersi in caso di bisogno e direttamente gestito da una psicologa.

I punti di forza di #safeteensdothewriting

Ciò che mi è piaciuto fin da subito di questo progetto è il fatto che si è deciso di attuare campagne di sensibilizzazione e formazione che riguardano non solo gli adolescenti, ma anche genitori, docenti e dirigenti scolastici. Infatti, a mio parere, molto spesso si sottovaluta il fatto che i fenomeni di cyberbullismo, sempre più frequenti, riguardano non solo i diretti interessati, ossia gli adolescenti, ma anche la famiglia e la scuola, quindi si devono mettere in atto iniziative che
coinvolgano tutti i soggetti.

Sul web si può scrivere proprio tutto?

Molto spesso i ragazzi non pensano alle conseguenze che possono provocare alcuni comportamenti. Credono che sul web si possa scherzare e dire ciò che si vuole anche in maniera offensiva, perché tanto si è protetti da uno schermo.
La maggior parte dei ragazzi non sa che le offese pesanti e le minacce possono costituire un reato penale. Altri non sanno che i dati personali non devono essere comunicati agli sconosciuti che si mettono in contatto con loro.
Sono convinta che gli adolescenti debbano essere informati adeguatamente e soprattutto debbano avere una guida che sappia indicare loro che cosa possono scrivere e cosa no, che cosa possono fare e cosa no.
Il progetto #safeteensdothewriting (scrivi la cosa giusta) lavora in questo senso e lo trovo molto innovativo perché si basa sulla prevenzione di questi fenomeni e poi interviene sul singolo caso quando arrivano le segnalazioni.

Tre strumenti per combattere il cyberbullismo

Rispetto ad altre iniziative già sperimentate, questo programma è molto particolare e interessante in quanto saranno impegnati tre strumenti principali che lavoreranno in sinergia per prevenire e contrastare il fenomeno.

1 Comitati digitali scolastici

Ogni comitato è composto dal dirigente scolastico, due docenti, due genitori e otto studenti. Il fatto che nel comitato saranno presenti 8 studenti sta a significare, secondo me, che finalmente gli esperti si sono resi conto che si possono fare dei passi avanti soltanto mettendo in campo gli studenti.

2 Genitori digitali

Si tratta di un insieme di genitori coinvolti nel contrastare i fenomeni del bullismo digitale. Trovo positiva anche l’integrazione dei genitori nel progetto, infatti a mio avviso i genitori devono essere necessariamente formati e possono rappresentare un ruolo attivo nel contrastare il cyberbullismo.

3 Osservatorio regionale cybercrime

L’osservatorio vede impegnata la collaborazione tra ATS ASSL Nuoro, il Centro della Giustizia Minorile della Sardegna, l’equipe di esperti IFOS e Nuovi Scenari. L’osservatorio curerà non solo il  servizio di prevenzione ma anche quello di intervento vero e proprio. Utilissima sarà sicuramente l’attivazione di un numero al quale poter rivolgersi in caso di bisogno e mi piace il fatto che sarà
una psicologa, quindi una persona esperta e formata, a rispondere alle telefonate. L’osservatorio lavorerà poi a stretto contatto con la polizia postale e metterà in pratica interventi di mediazione online.

Progetto in partenza a settembre a Nuoro

Questo progetto veramente all’avanguardia avrà inizio da settembre 2017 nelle scuole secondarie di primo grado che hanno aderito all’iniziativa. Le prime a far partire il progetto saranno alcune scuole della provincia di Nuoro, in seguito il progetto potrà estendersi anche agli istituti di altre province della Sardegna e poi anche a livello nazionale. Sono sicura che in tutta Italia saranno tantissime le
scuole che si faranno avanti per poter partecipare, proprio perché la maggior parte degli istituti non sa come fronteggiare l’emergenza bullismo e cyberbullismo.

 

Immagine per gentile concessione di Stefania Scano.

 

2 commenti
  1. Pamela
    Pamela dice:

    Ciao,
    questo progetto sembra molto interessante. Mi potresti indicare la pagina web?
    Grazie mille e complimenti per i tuoi articoli.
    Pamela

    Rispondi

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