spannolinamento-bambini

Se ti stai preparando per lo spannolinamento del tuo piccolo o sei nel mezzo di questa importante fase, questo è l’articolo giusto per te. In linea generale due anni è l’età minima, il metodo deve essere decisivo e senza ripensamenti, il periodo deve essere tranquillo per dedicare tutta l’energia a questo cambiamento. I dettagli sono vari e li spiego nel corso dell’articolo.

Per dare un po’ di contesto, lo spannolinamento è una delle tappe che fa tanta paura ai genitori, viene vissuto solitamente come periodo frustrante perché sembra che, dopo tantissimi tentativi il bambino non impari mai come si fa la pipì non avendo più il panno. È estremamente importante che questo periodo venga vissuto dal genitore con serenità, proprio per trasmettere questo stato d’animo positivo al bambino.

Quindi in questo articolo rispondo alle domande ricorrenti dei genitori e svelo i segreti per mettere da parte il panno per sempre.

Ecco le domande più frequenti dei genitori:

1 Quanto tempo occorre per abbandonare il pannolino?

Il tempo necessario per abbandonare il pannolino varia da bambino a bambino, perché ogni bambino è diverso dall’altro. Diciamo che in linea di massima occorrono circa due settimane. Questo tempo dipende anche dall’età del bambino, nel senso che per essere pronto a togliere il panno egli deve aver compiuto due anni/ due anni e mezzo. Alcuni genitori mi contattano perché non riescono a gestire questo periodo delicato, sono stressati e sull’orlo di un esaurimento. Durante la consulenza scopro che il bambino ha soltanto un anno e mezzo d’età! Ecco spiegato il motivo dell’insuccesso. Quindi, che cosa si può pretendere da un bambino piccolissimo se a livello fisiologico non ha ancora raggiunto il controllo dei muscoli sfinterici?

2 Come devo gestire il processo dello spannolinamento?

Il processo dello spannolinamento è molto delicato e non va preso sottogamba. Si tratta di un cambiamento che coinvolge le sfere dell’autonomia e dell’autostima, quindi si deve fare attenzione a procedere nel modo giusto, senza causare traumi nel bambino.

Alcuni genitori preferiscono togliere il panno gradualmente, cioè tolgono il panno di giorno e la notte lo rimettono. L’ovvia conseguenza è che il bambino impara a fare i bisogni nel vasino il giorno e invece, sapendo che la notte c’è il panno si può “lasciare andare” totalmente. Agendo in questo modo il genitore si trova costretto a fare usare al bambino il pannolino di notte fino ai 3-4 anni. Questo metodo graduale crea nel bambino confusione: togli/rimetti, togli/rimetti il panno.

Ciò che consiglio, invece, è abbandonare il pannolino una volta per tutte. Quindi, oggi si toglie il panno e il bambino non lo rivedrà mai più. Sicuramente agendo in questo modo si verificano più incidenti (pipì a letto quasi tutti i giorni), ma ci si mette meno tempo perché il bambino si abitua prima e soprattutto non è confuso.

3 Come mi devo comportare se il bambino non vuole imparare a fare i bisogni nel vasino o nel riduttore?

Ciò che dico sempre ai genitori è scegliere un periodo tranquillo per poter affrontare al meglio questo cambiamento che, per forza di cose, coinvolge tutta la famiglia. Ti consiglio di impiegare tutte le tue energie per questa fase. Quindi, niente stress causati dal lavoro, niente traslochi o ancora peggio praticare lo spannolinamento in concomitanza con l’arrivo di un fratellino o dell’ingresso al nido. L’atteggiamento dei genitori è fondamentale. Bisogna armarsi di tanta pazienza ed evitare le arrabbiature. Parecchi genitori mi hanno confessato che il periodo dello spannolinamento è stato uno dei periodi più difficili per loro durante l’infanzia dei figli. Oltre alle arrabbiature e alle sgridate sarebbe bene evitare anche di colpevolizzare il bambino quando non riesce a trattenere la pipì e non la fa nel vasino. Parti dal presupposto che il bambino non si comporta in questo modo volontariamente. Evita anche di forzare i tempi; è vero che non vedi l’ora di uscire da questo periodo di stress fatto di pavimenti bagnati, vestiti sporchi, lenzuola da cambiare continuamente ma, come ti ho già spiegato, ogni bambino ha uno sviluppo individuale che va rispettato.

Allora, come comportarsi?

1 invita il tuo bambino molto dolcemente ad usare il vasino o il riduttore

2 chiedigli di comunicarti sempre quando ha voglia di fare la pipì

3 accompagna il bambino in bagno oppure invitalo ad usare il vasino prima di andare a letto

4 prova a favorire l’utilizzo del vasino o del riduttore attraverso la proposta di libretti cartonati che può sfogliare in modo divertente mentre è seduto. Così, questo momento non sarà vissuto come una pena ma sarà percepito come un momento rilassante.

5 altro accorgimento importante è quello di procedere con lo spannolinamento in periodi favorevoli come la primavera o ancora meglio l’estate. In queste stagioni è più facile gestire gli inevitabili indumenti bagnati e la pipì a letto. In ogni caso, munisciti di tanti cambi e, per salvaguardare il letto, utilizza traversine o lenzuolini proteggi-pipì.

Poi, da un giorno all’altro, arriva quel momento tanto atteso. Il tuo bambino finalmente acquista l’autonomia che speravi e passa dal pannolino al riduttore o al vasino.

Ora, metti in pratica questi consigli e ricordati di raccontarmi la tua esperienza!

Immagine per gentile concessione di Martina Ortu.

polly e il lupo tontolone

Quale libro scegliere per invogliare tuo figlio al successo e per fargli credere nelle sue potenzialità?

Ti propongo questo libro che racconta in maniera divertente la storia di una bambina che ha sempre la meglio su un lupo che vuole mangiarla. Ad essere sincera, non è stato amore a prima vista tanto che inizialmente è stato ignorato da mia figlia. Le è stato regalato per il compleanno a settembre ed è rimasto nella libreria di casa per mesi, fino a che un giorno di marzo ho provato a riproporglielo leggendole la prima vicenda. Ci ha messo un pochino per decidersi ma poi, dopo la prima pagina, è stata rapita dal ritmo incalzante del libro.

Perchè dovresti proporre Polly e il lupo tontolone a tuo figlio

La storia riprende alcune scene e personaggi di fiabe tradizionali che il bambino già conosce. L’elemento novità, però, è il modo di agire della protagonista che si mostra furba e scaltra e riesce in ogni occasione a sfuggire al lupo, animale che viene presentato come tontolone. La forza del libro è rappresentata dai dialoghi tra i due personaggi. Il bambino viene coinvolto dai botta e risposta dei due personaggi e non vede l’ora di sapere come andrà a finire. Il libro può essere letto in autonomia dal bambino a partire dai sette anni.

La protagonista, per i bambini un modello da imitare

Catherine Storr, l’autrice del libro, fa interpretare a Polly il personaggio della bambina intelligente e coraggiosa che riesce a vincere la cattiveria del lupo in ogni vicenda. Il bambino, capitolo per capitolo, si domanda non tanto quale piano metterà in atto il lupo per poter mangiare la bambina, ma si chiede soprattutto che cosa escogiterà Polly per poter lasciare il lupo a bocca asciutta. Gli altri personaggi del libro sono marginali, compaiono ma non fanno mai niente per aiutare Polly a sopravvivere e a prendere in giro il lupo. La bambina si ritrova sempre sola a doverlo fronteggiare, ma forse la sensazione che vuole trasmettere l’autrice è che Polly non è sola, ma in compagnia di tutte le sue risorse che l’aiuteranno a far sentire il lupo tontolone in ogni sua azione. Il libro trasmette al bambino un messaggio potente, che ce la può fare a superare le difficoltà in qualsiasi situazione.

La paura che si trasforma in rassicurazione

In realtà il tema principale del libro dovrebbe essere quello della paura della bambina, però Polly non sembra poi così preoccupata dalla presenza ossessionante del lupo, perché crede nelle sue potenzialità e sa, in cuor suo, che troverà la soluzione per tutte le situazioni che si presenteranno. Quindi anche il piccolo lettore è confortato, perché dopo aver letto il lieto fine della prima storia, capisce che le vicende si concluderanno sempre a favore di Polly e sempre in modo positivo.

Immagine per gentile concessione di Martina Ortu.