Questo articolo tratta dell’anoressia e della bulimia, due disturbi che
colpiscono soprattutto i giovanissimi e che quindi ogni genitore dovrebbe conoscere e
ancora meglio riconoscere.
Entrambe riguardano il comportamento alimentare e il trattamento consiste in una
psicoterapia comportamentale associata sempre alla rieducazione alimentare.
Generalmente sono coinvolte diverse figure professionali ed è fondamentale il ruolo dell’educatore
nelle attività di gruppo.
Quali sono i meccanismi che fanno scattare la molla? Che influenza
hanno i social media? Cosa sente una persona affetta da bulimia o anoressia? Come
noi genitori possiamo prevenire questi disturbi?
Di seguito troverai le risposte a queste domande frequenti ma per niente banali,
inoltre a fine articolo sono elencati i 10 principali sintomi che possono mettere in
allarme i genitori e gli insegnanti.
I disturbi del comportamento alimentare
Tra i disturbi del comportamento alimentare compaiono l’anoressia e la bulimia.
L’anoressia è un disturbo contraddistinto dal rigido controllo del cibo e dalla
modificazione dell’alimentazione fino ad arrivare in certi casi al rifiuto totale del
cibo. Non mangiare e allo stesso tempo perdere peso è deleterio per il corpo di una
persona e soprattutto di un adolescente che sta crescendo.
La bulimia è un disturbo caratterizzato da grandi abbuffate compulsive alle quali
seguono i sensi di colpa che portano ad espellere il cibo ingurgitato in eccesso. Come
si fa ad eliminare dal proprio corpo questo cibo? La strada più frequente è il vomito
autoindotto, poi ci sono persone che fanno abuso di lassativi e farmaci diuretici.
Le caratteristiche dell’anoressia e della bulimia
L’anoressia e la bulimia colpiscono maggiormente le adolescenti, mentre la
percentuale del sesso maschile (anche se in aumento) è nettamente inferiore.
L’anoressia e la bulimia possono colpire ragazze di tutte le classi sociali, ma sembra che questi disturbi
alimentari siano più frequenti nelle classi sociali più ricche. Ragazze apparentemente
perfette, belle, ben vestite e ben curate, apprezzate dai coetanei possono nascondere
un dramma. I gruppi più interessati a questi disturbi sono quelli sportivi dove c’è
quasi un’ossessione per la linea, come le ballerine e le atlete di ginnastica ritmica e
artistica. Sono frequentemente a rischio anche le adolescenti che iniziano una
carriera nella moda.
Il ruolo dei media nei disturbi alimentari
Anche la televisione sembra che faccia la propria parte. Purtroppo in televisione è
raro vedere persone sovrappeso o esteticamente “normali”. La TV trasmette
immagini di donne bellissime e particolarmente sexy come presentatrici, attrici,
modelle. Tutte donne scheletriche e quasi sempre ritoccate dalla chirurgia estetica.
Nel periodo delicato dell’adolescenza molte ragazze tendono ad identificarsi con
questi modelli di eccessiva magrezza e di perfezione.
I social network ormai sono completamente integrati nella vita quotidiana e contribuiscono ad influenzare l’immagine corporea dei giovani
che sono vulnerabili e sensibili al giudizio degli altri. La preoccupazione per il giudizio degli altri e la possibilità di non piacere a tutti spiega perché nei social network gli adolescenti vogliono apparire perfetti a tutti i costi facendo “le gare”
con il gruppo dei pari a chi riceve più commenti o più like. Per ottenere i
complimenti della cerchia di amici, gli adolescenti spesso ricorrono a filtri
modificando le foto e i video.
Vista la portata del problema riguardo alla correlazione tra disturbi alimentari e
media, è importante sensibilizzare gli adolescenti attraverso il dibattito critico su questi strumenti sia in famiglia che a scuola.
Perché le adolescenti si ammalano?
Perché non riescono a vedersi “magre”, sono sempre insoddisfatte del proprio corpo e
così si costruiscono nel tempo un’immagine negativa. Secondo l’ABA (Associazione
Anoressia Bulimia), queste ragazze si guardano allo specchio e vedono
un’immagine diversa e sbagliata da quella
reale. Hanno il terrore di
ingrassare e di conseguenza hanno timore di non sentirsi accettate dagli altri. Non è
possibile discutere e far capire loro che si stanno facendo del male e che sono
bellissime così, è tutto inutile perché la percezione che hanno di se stesse è
completamente distorta. Stiamo infatti parlando di disturbi psichici, tanto che
questi disturbi sono inseriti nel DSM (Manuale diagnostico e statistico dei
disturbi mentali).
Come prevenire i disturbi alimentari?
Per prevenire i disturbi alimentari è necessario che il genitore si impegni per eliminare i fattori di rischio e scatenanti ma anche lavorare per evitare che essi si manifestino.
Tra i fattori di rischio sono determinanti la bassa autostima, le delusioni durante l’adolescenza (perdita di un amore, di un amico, lutto di una persona di riferimento, cambio di casa, esperienza di abuso sessuale), controllo patologico di ogni aspetto della vita, le trasformazioni fisiche della pubertà, l’insoddisfazione per l’immagine corporea, l’inizio di una dieta. Per evitare che si manifestino i fattori di rischio o che alcuni eventi possano scatenare la comparsa dei disturbi, bisogna concentrarsi sulla prevenzione, che si concretizza nel fare in modo di aumentare l’autostima, aumentare le competenze sociali (capacità comunicative, capacità di fare amicizie e coltivarle nel tempo), far emergere le sue risorse, fare in modo che si costruisca “una corazza” per le eventuali delusioni.
Per farci un’idea di come pensa una ragazza colpita da questo disturbo ti propongo uno stralcio significativo di un libro di Fabiola De Clercq che ha vissuto il dramma dell’anoressia:
“A tavola sento una finta indifferenza riguardo alla mia modalità di nutrimento e questo mi umilia terribilmente, ma non ho altre possibilità di gestire la mia condizione. Appena finito di mangiare,
incomincio ad assaggiare tutto quello che resta e, mentre aiuto a sparecchiare, continuo ad ingurgitare ogni sorta di cibo. Il cuore batte forte, incomincia l’angoscia di dover rimettere senza essere vista o sentita, tanto più che dopo pranzo tutti andranno a riposare e il silenzio sarà
totale… Nuoto tutti i giorni per ore, visto che non ho con me una bilancia che possa segnalare un eventuale aumento di peso. Le solite considerazioni sulla mia magrezza non hanno il potere di di convincermi
che sto dimagrendo ancora, sono sempre certa che si tratti di una tattica escogitata dagli altri per stimolarmi a mangiare”
testo tratto da “Tutto il pane del mondo” di Fabiola De Clercq, Sansoni, Firenze
In questa infografica sono indicati i 10 sintomi fisici più comuni che si possono verificare in un adolescente colpito da questi disturbi:
Immagine per gentile concessione di Martina Ortu.