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I valori sono tra le caratteristiche che trasmettiamo volontariamente o involontariamente ai nostri figli. Per esempio, l’ottimismo e il coraggio sono importanti per vivere la vita al massimo e per cogliere tutte le opportunità, mentre il rispetto e la generosità sono indispensabili per una integrazione completa e soddisfacente nella società.

I dieci valori che ho scelto sono a mio avviso interconnessi, si collegano l’uno con
l’altro.
Ti starai chiedendo qual è il modo migliore per trasmettere i valori della vita a tuo
figlio. È molto semplice, dando il buon esempio! In questo articolo troverai degli
spunti su alcuni atteggiamenti pratici da adottare che potranno aiutarti a trasferire a
tuo figlio i valori principali per vivere una vita serena e appagante.

I 10 valori che puoi trasmettere attraverso il buon esempio:

1 Ottimismo

A mio parere l’ottimismo è uno dei valori più importanti da trasmettere ai figli,
semplicemente perché rappresenta la chiave per affrontare nel modo migliore le
difficoltà della vita
. Sapevi che l’ottimismo è contagioso? Quindi, se tu hai un
atteggiamento mentale positivo nei confronti degli eventi e delle persone, sicuramente tuo figlio sarà contagiato dal virus dell’ottimismo e avrà tantissime probabilità di essere una persona ottimista.

2 Pace

Essere una persona pacifica non significa che si debba essere per forza un individuo
passivo e non aver mai vissuto l’esperienza del litigio. Bisogna accettarlo, il litigio fa
parte della vita e non si dovrebbe mai insegnare ai bambini a soffocare i conflitti.
Trasmettere il valore della pace significa educare i bambini a risolvere i conflitti in
maniera non violenta
. Ricordalo sempre, la palestra migliore per far allenare i
bambini a litigare bene è la famiglia! Se in famiglia si litiga in maniera adeguata i
bambini sapranno risolvere pacificamente i conflitti con gli amici e quando saranno a
loro volta adulti sapranno risolvere eventuali conflitti con il partner e con i colleghi di
lavoro.

3 Rispetto

Il rispetto è uno dei valori fondamentali che farà di tuo figlio un individuo sensibile e
altruista. Rispettare gli altri significa saper convivere e sapersi relazionare
positivamente
. Il rispetto deve essere relativo, in primis, alle persone ma anche
all’ambiente in cui si vive. Oggigiorno si sente tanto parlare di educazione ambientale
e di riduzione dell’inquinamento. A tal proposito i genitori hanno il compito di
trasmettere ai propri figli la protezione verso il proprio ambiente. Se ad esempio i
bambini osservano i genitori che raccolgono la spazzatura in montagna dopo una gita,
se raccolgono i bicchieri e le bottiglie di plastica vuote dopo aver trascorso la
giornata in spiaggia, saranno propensi a ripetere quel tipo di atteggiamento corretto.

4 Onestà

L’onestà è quel valore che riguarda la trasparenza. Puoi insegnare a tuo figlio ad
essere trasparente per fare di lui un cittadino corretto. Ogni giorno puoi compiere
azioni che non danneggino gli altri, in modo che tuo figlio non incontri nella sua vita
la strada della delinquenza. È naturale che genitori che delinquono avranno
probabilmente futuri figli delinquenti. Per sviluppare l’onestà puoi incoraggiare tuo
figlio a dire e difendere la verità a tutti i costi, ad essere coerente nelle azioni, a non
cedere ad ingiustizie e ricatti.

5 Gratitudine

La gratitudine è quel valore che permette a tuo figlio di essere una persona
riconoscente
. Sapevi che la maggior parte delle persone di successo mette al primo
posto nella scala dei valori proprio il valore della gratitudine? Comincia tu a
ringraziare, ad apprezzare i favori che le altre persone ti fanno, ad essere grato per le
piccole o grandi cose che hai o che ti hanno donato
. Inizia ad essere consapevole
delle cose o parole buone che ricevi ogni giorno dagli altri. Un bambino grato sarà un
adulto felice, non darà niente per scontato, darà importanza a ciò che ha e non a ciò
che gli manca.

6 Coraggio

Il coraggio è quella capacità di affrontare le paure e le difficoltà che inevitabilmente
si presentano nel corso della crescita. Il coraggio è collegato alla responsabilità,
infatti per prendersi le responsabilità ci vuole sempre una buona dose di coraggio.

7 Collaborazione

Insegnare al proprio figlio il concetto di collaborazione è utile perché il bambino
quando sarà adulto si troverà nella condizione di imitare il comportamento dei
genitori e creerà una famiglia nella quale ci sarà la parità dei ruoli. Il messaggio
importante da trasmettere è questo: i compiti in una famiglia vanno sempre ripartiti in
quanto saper collaborare significa anche saper rispettare gli altri.

8 Generosità

Credo che la generosità sia uno dei valori più difficili da trasmettere nella società
odierna. Solitamente si dona qualcosa aspettando qualcos’altro in cambio, un
vantaggio o una ricompensa. Per fare in modo che tuo figlio sia generoso è
importante donare in modo incondizionato, condividere i cibi, offrire qualsiasi cosa alle persone che ci stanno intorno. La generosità migliora la vita dei bambini e in generale
rende più felici tutte le persone che hanno un animo generoso.

9 Responsabilità

I bambini che sono stati spinti ad essere responsabili, da adulti saranno sicuramente dotati non solo di autonomia ma anche di buon senso. Per rendere i bambini responsabili si possono assegnare loro piccoli compiti da svolgere in famiglia, si
possono coinvolgere e interpellare nelle decisioni familiari, dando loro voce in
capitolo, di conseguenza si sentiranno importanti e più responsabili perché trattati
come un adulto
.

10 Uguaglianza

L’uguaglianza è un valore che dovresti tener sempre presente nell’educazione di tuo
figlio. Sostengo questo perché ritengo sia fondamentale far comprendere a tuo figlio
che non può esistere la superiorità di qualcuno a discapito di un altro. Siamo persone
diverse nell’aspetto e nelle caratteristiche, ma siamo comunque sempre degli esseri
umani con la stessa dignità
. Con piccoli esempi puoi far capire a tuo figlio che
maschi e femmine sono profondamente diversi fisicamente gli uni dagli altri, ma devono essere uguali dal punto di vista dei diritti. Un altro esempio può essere
quello relativo al colore della pelle, quello delle diversità religiose, delle diversità di
pensiero in ambito politico. Un altro tasto su cui far leva potrebbe essere quello
relativo all’eliminazione delle differenze nel mondo del lavoro sensibilizzandoli sulla
questione “lavori da uomini e lavori da donne”
.

La lista completa dei valori è sicuramente lunga e ogni genitore ha i suoi preferiti. Qual è il valore più importante per te? Con quali azioni lo trasmetti a tuo figlio?

Immagine per gentile concessione di Stefania Scano.

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Se ti stai chiedendo se il canto è l’attività ideale per tuo figlio, questa è l’intervista giusta per te. Il canto aiuta nello sviluppo generale dell’individuo, in particolare migliora le capacità emotive; la musica diventa educativa come precisa Celestina Maxia, insegnante di canto che da tanti anni si occupa di didattica musicale rivolta ai bambini. Nel coro i bambini imparano la condivisione, lo scambio interpersonale e il confronto. Inoltre Celestina ci svela i segreti delle sue lezioni e ci consiglia attività e giochi musicali per i nostri bambini. Buona lettura!

Quali benefici può apportare il canto nella formazione di un bambino?

La pratica musicale, stimola varie reazioni a livello cerebrale, che semplificando, si traducono nel miglioramento e potenziamento dello sviluppo generale del bambino. Il canto, in particolare, coinvolgendo anche la sfera del linguaggio, è sicuramente di grande aiuto nello sviluppo generale dell’individuo. Con la pratica musicale, si coinvolgono diverse parti del cervello, e laddove le attività sono diversificate in maniera opportuna, attraverso il canto, si migliorano le capacità emotive, per quello che riguarda per esempio il controllo della respirazione, maggiormente evidente se alla pratica del canto è affiancata una pratica strumentale o motoria semplice. Quando poi la pratica musicale è quella di gruppo, che personalmente ritengo ideale per il bambino, oltre ad essere fonte di benessere individuale per l’aspetto conviviale, nello stare insieme attraverso la musica si impara ad uniformarsi a movimenti e regole comuni, a dare il proprio apporto in relazione ad un progetto comune. La musica infatti impone per natura ritmi precisi, e praticata alla lunga, diventa educativa, imponendone il rispetto di questi.

A quanti anni si può cominciare a studiare canto?

Lo studio della musica, inteso come pratica convenzionale e apprendimento di nozioni, sicuramente richiede una maturità cognitiva al pari di qualsiasi altra disciplina. Quello che invece non ha limiti di età, per quello che riguarda il primo approccio, è un percorso formativo che miri allo sviluppo delle capacità percettive. Quando queste sono infatti ben sviluppate, lo studio della disciplina musicale, diventa solo una questione “tecnica”. Il canto è sicuramente il primissimo mezzo con cui ci si deve impratichire, essendo la voce lo “strumento musicale” che l’uomo ha già in sé! L’apprendimento della disciplina “musica”, poi, dipende sicuramente da come viene proposta: deve essere adeguata all’età del bambino, e quindi allo sviluppo intellettuale e fisico.

Quali tipi di attività musicali programmi a seconda della fascia di età dei tuoi allievi?

Le varie età dei miei allievi mi costringono a sperimentare sempre attività diversificate, anche se tante volte l’obiettivo è lo stesso. Le proposte cambiano nella scelta dei testi, e magari nella difficoltà anche in base al livello da cui partono. Penso sempre ad attività che li incuriosiscano, li coinvolgano, o addirittura li divertano. Cerco sempre di non avere punti fissi nelle mie lezioni, ma semmai “spunti fissi”, da sviluppare con loro, nel costruire le lezioni. Non è facile, per me, partire dalla giusta idea, ma una volta trovata, diventa tutto molto stimolante, anche per me.

Come si svolge una tua lezione?

La mia lezione ha diversi momenti e non sempre è uguale, nemmeno nello schema. C’è sempre un punto d’inizio in cui ci salutiamo; poi solitamente lascio a questo momento le attività più impegnative, per cui inserisco una nuova attività, che può essere un nuovo brano o una parte di esso da studiare. Poi passo ad attività più leggere, come un gioco musicale, un canto che a loro piace in modo particolare. Verso la fine della lezione, facciamo un ripasso di canti o attività particolarmente gradite al gruppo. La mia attenzione è che la fine della lezione deve arrivare inaspettata, devo sentirmi dire “abbiamo già finito?”; al contrario mi pongo delle domande se mi chiedono “quando finiamo, che ore sono…” Questo è segno che la lezione non era interessante!

Che benefici ci sono dal punto di vista pedagogico in una lezione corale? E i tuoi allievi come vivono l’esperienza corale?

Come accennavo prima, l’attività di gruppo, quindi anche quella corale, è il punto centrale del mio lavoro. Credo fermamente nel valore del lavoro collettivo, soprattutto per i bambini, dove la condivisione, lo scambio interpersonale, il confronto, sono alla base dello sviluppo individuale. La lezione frontale, ha sicuramente un valore importante per il rapporto con l’insegnante, con il quale si deve instaurare un rapporto più stretto, ma nel gruppo, si impara a stare insieme. Nel Coro, questo aspetto è uguale, ma rafforzato dalla necessità di porre la propria persona al servizio di un risultato ottimale comune. Dico sempre ai miei allievi che loro sono come i mattoni di un muro: dove uno non sta al suo posto, si vede il buco! Nel coro vige anche la regola della compensazione: loro sanno che ognuno di loro deve dare qualcosa, perché chi più chi meno, contribuisce al risultato finale! Spesso nasce e si sviluppa una certa competitività, che io cerco sempre di dirottare verso lo spirito di gruppo in cui ci si aiuta. A volte riesco, a volte no!

Che importanza dai alle rime e alle filastrocche per stimolare la sensibilità musicale nei bambini?

Rime e filastrocche, storie di ogni genere, sono alla base del mio lavoro, soprattutto con i più piccoli, ma fonte sempre utile anche per il lavoro con i più grandi. Il lavoro sulle sillabe, sugli accenti, di cui questo materiale è ricco, offre mille spunti per sviluppi di ogni genere, soprattutto in campo ritmico. E dove non trovo materiale pronto, cerco di produrlo da me, o con la collaborazione dei miei allievi.

Quali giochi ci consigli per incentivare i bambini all’ascolto dell’ambiente circostante e per insegnare loro a distinguere i suoni dai rumori?

La differenza tra suono e rumore, è un argomento controverso, che io evito, di solito nelle mie lezioni. C’è un coinvolgimento scientifico fisico, nella definizione di questa differenza che è sicuramente oltre che difficile, anche inutile ai fini didattici, pretendere di spiegarlo ai bambini. Spesso il rumore, viene descritto come qualcosa di “spiacevole” all’orecchio, al contrario del suono che non lo è. Ma questo “giudizio” non può essere obiettivo, in quanto non per tutti lo stesso tipo di “evento acustico” può essere spiacevole. Allora, onde evitare di incorrere in questi equivoci, preferisco fare la distinzione dei suoni in altri aspetti, per esempio, forti e deboli, lunghi e corti, acuti e gravi… Parto dall’osservazione di suoni comuni, come i versi degli animali, i suoni intorno all’ambiente… Faccio concentrare l’attenzione sul silenzio, ad esempio: ascolta cosa senti/ cosa di più, cosa di meno/ quale suono si interrompe e quale continua… Da lì a stendere una partitura di quello che si ascolta il passo è breve e lo sviluppo di un simile punto di partenza è infinito. Ci sono tanti giochi che mirano proprio all’esplorazione del mondo sonoro, e partono proprio tutti dall’ascolto e dalla catalogazione.

Qual è stata la più grande soddisfazione nella tua carriera come insegnante di canto?

La mia più grande soddisfazione a livello professionale come maestra di coro… non saprei… Dovrei pensare a momenti pieni di emozione nel corso dei miei quasi trent’anni di attività! Mi sono commossa tante volte durante le performance dei vari gruppi con i quali ho collaborato. Potrei elencarne tante e cambiare idea, sull’attribuzione del podio, tante volte. Forse mi fermerei sicuramente alla più recente, quella che mi ha dato enorme soddisfazione, è stato il risultato ottenuto nel 2019, quando con il coro ci siamo esibiti a Disneyland Paris. E’ stata una soddisfazione a 360 gradi, in quanto era coinvolta l’intera sfera personale che mi riguarda: quella professionale, quella emotiva e affettiva. Era infatti per me importante esibirmi su un palco Internazionale con il mio coro, dopo aver superato i provini, ma era importante farlo lì, in un posto che amo in modo speciale; era bello esserci con la mia famiglia, mia figlia sul palco con me ed ero felice di aver convinto le famiglie dei mie allievi a fare questa esperienza con me: avevo un desiderio profondo di condividere dal vivo con i miei bimbi, la bellezza magica di un luogo così perfetto per loro, dopo aver raccontato tante volte dei miei precedenti viaggi lì. Avevo promesso più volte “ un giorno vi ci porto…”. E al rientro, ho potuto affermare la mia felicità di averlo realizzato nel migliore dei modi, in quanto arricchita, anche dal meraviglioso legame umano che si è creato in quei quattro giorni, con le famiglie. La musica ci ha dato questa opportunità, e io attribuisco alla mia fortuna di aver scelto questa strada, diventata una professione, in modo quasi ignaro, visto che la scelsi per pura passione.


Celestina Maxia, ha studiato Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio di Cagliari. Dopo alcuni anni di attività come organista e insegnante di pianoforte, ha rivolto i suoi interessi verso la didattica vocale e la direzione di coro, specializzandosi in queste discipline con diversi affermati insegnanti. Diplomatasi nel 2003 in Didattica della Musica sempre presso lo stesso Conservatorio di Cagliari, ha intanto diretto alcuni cori sia di adulti che di bambini, in ambito privato e scolastico. Attualmente, oltre essere direttrice artistica e docente dell’Associazione Laetemur Musica, svolge attività didattica come insegnante di pianoforte per bambini e realizza progetti di propedeutica musicale presso le scuole, dedicandosi continuamente alla ricerca in campo didattico e producendo composizioni corali di vario utilizzo. A questo proposito nel 2014 è stata pubblicata la sua composizione “Matrimonio” (su testo di Gianni Rodari), nella raccolta “Giro Giro Canto”, che comprende le migliori composizioni contemporanee italiane per coro di voci bianche.

Ringrazio Celestina Maxia per aver risposto alle mie domande. Se vuoi contattarla per chiederle informazioni sulla sua scuola di canto:

Celestina Maxia
tel.3470656640
e.mail cele.max@tiscali.it
www.laetemurmusica.altervista.org